Corri più veloce grazie al salto della corda
Da sempre, il salto della corda è stato considerato come un mezzo allenante dedicato al miglioramento dell’elasticità muscolare, anche per i runner.
Quello che non si sapeva però, è l’approccio metodologico necessario per ottenere evidenti benefici.
La ricerca di Garcia-Pinillos e colleghi (2020) ha permesso di comprendere come fossero sufficienti 10-20’ di salto della corda a settimana per ottenere risultati significativi in runner amatori.
I risultati si riferiscono genericamente al miglioramento della reattività e dell’elasticità muscolare. Non solo, i ricercatori videro come i miglioramenti ottenuti fossero poi proporzionali ad un abbassamento del tempo sui 3000m.
Questa ricerca offre ottimi spunti, perché inserisce un protocollo allenante semplice (nella ricerca, il salto della corda era addirittura inserito nel riscaldamento degli allenamenti di corsa), che non porta via tanto tempo ed alla portata di tutti, con miglioramenti di parametri che possono aiutare a prevenire gli infortuni (soprattutto tendiniti e lesioni ai muscoli del polpaccio) oltre che migliorare la performance.
Nell’infografica sotto trovate il protocollo originale:
Ma questo programma è efficace per tutti?
Assolutamente no, infatti gli atleti che hanno ottenuto miglioramenti prestativi sono stati quelli che hanno incrementato l’elasticità muscolare grazie proprio al salto della corda; chi non ha incrementato l’elasticità, non ha ottenuto miglioramenti prestativi.
Ma come essere certi di avere un aumento dell’elasticità?
Dalla metodologia dell’allenamento sappiamo che questa è possibile se l’atleta è sorretto da un’adeguata forza muscolare; di conseguenza, questi miglioramenti prestativi sono ottenibili per quei runner con adeguata forza muscolare (o che lavorano adeguatamente con il potenziamento neuromuscolare).
Quello che però è importante capire, è che il salto della corda, come il potenziamento in sé, sono da considerare programmi complementari rispetto al programma di corsa; in altre parole, non devono andare a compromettere quelli che sono gli allenamenti di carico settimanali (o le gare stesse); di conseguenza, vanno introdotti con estrema gradualità, individualizzando la programmazione in base alle caratteristiche soggettive.
Autore dell’articolo: Luca Melli (Istruttore atletica leggera GS Toccalmatto)